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disbiosis e diarrea

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Cos’è la disbiosi intestinale

 

 
 
 

Cos’è la disbiosi intestinale?

L’intestino di un essere umano adulto è colonizzato da circa 1014 cellule batteriche, di oltre 1000 specie diverse. Tutti i batteri presenti nella microflora intestinale costituiscono il microbiota intestinale: appartengono principalmente ai gruppi di Firmicutes e Bacteroidetes, che normalmente convivono in armonia proteggendo l’intestino dalla proliferazione di batteri patogeni. Questi microrganismi sono anche coinvolti nell’attività metabolica, come la scomposizione dei carboidrati complessi, la produzione di acidi grassi e la regolazione del sistema immunitario. Quando l'equilibrio della composizione del microbiota intestinale, insieme di microrganismi che popola il tratto digerente, viene alterato, si parla di disbiosi intestinale, una condizione che è causa di molti problemi.

Esistono tre tipi di disbiosi:

  1. Perdita dei batteri benefici;
  2. Eccesso di batteri dannosi;
  3. Riduzione della diversità batterica.

Sintomi della disbiosi

  • Diarrea;
  • Dolore addominale;
  • Gonfiore;
  • Eruttazione;
  • Distensione;
  • Flatulenza;
  • Indigestione.

Cause della disbiosi intestinale

  1. La dieta:

​Uno dei fattori più importanti per mantenere l’equilibrio del microbiota intestinale è la dieta. Questa è fondamentale già nei neonati, come si evince da alcuni studi che dimostrano la diversità della composizione microbica intestinale tra chi assume latte materno e chi latte artificiale.

Le persone che seguono una dieta con un’elevata quantità di fibre hanno una maggiore varietà di batteri intestinali che contrastano l'aumento di batteri patogeni e favoriscono la proliferazione di batteri buoni.

La vitamina D ha effetti positivi sull’equilibrio del microbiota intestinale e secondo alcuni studi protegge l'intestino anche dai batteri dannosi.

  1. Genetica:

Oltre alla dieta, anche i fattori genetici svolgono un ruolo importante nello sviluppo della disbiosi intestinale.

  1. Fragilità:

La sindrome della fragilità, molto comune negli anziani, è associata ad esiti negativi per la salute. Due caratteristiche fisiopatologiche chiave della fragilità - l’alterazione del metabolismo energetico e la disregolazione del sistema immunitario - sono state recentemente collegate alla disbiosi del microbioma intestinale.

  1. Età:

Con il progressivo avanzare dell’invecchiamento diminuisce la diversità del microbiota intestinale e aumentano i batteri responsabili della fragilità.

Come curare la disbiosi

Per trattare la disbiosi intestinale si ricorre a diversi tipi di interventi:

Probiotici

È consigliata l’integrazione di microrganismi probiotici, costituiti da batteri vivi tra cui i Bifidobatteri, i Lattobacilli, il Pediococcus e altri ceppi non patogeni di E. coli. Questi migliorano l’integrità dell’intestino, riducono l’infiammazione e contrastano la moltiplicazione di batteri patogeni nell’intestino.

Trapianto di microbiota fecale

Il trapianto di microbiota fecale umano (FMT) è un nuovo metodo per trattare i pazienti affetti da disbiosi. Consiste nella somministrazione del materiale fecale di un donatore sano nell’intestino del ricevente, ripristinando di conseguenza la popolazione microbica esistente. Il rapporto tra donatore e ricevente non influisce sul trapianto.

Interventi ambientali

L’ambiente rappresenta un fattore importante per il mantenimento dell’equilibrio del microbiota dopo la nascita. I bambini partoriti per via cesarea e per via vaginale hanno una composizione del microbiota intestinale diversa, perché il primo è esposto all’ambiente ospedaliero e il secondo ai microbi vaginali e fecali della madre.

I bambini nati per via cesarea hanno carenza di Bifidobatteri, che svolgono un ruolo importante nello sviluppo della funzione immunitaria mentre quelli nati per via vaginale invece hanno una predominanza di questa specie.

L’ambiente in cui cresce l’individuo gioca un ruolo molto importante nel possibile sviluppo della disbiosi, insieme a uno stile di vita stressante e a un’alimentazione scorretta costituita da cibi poveri di nutrienti.